Ancora una vittima. Ancora un incendio. Ancora una notte tragica nella baraccopoli autocostruita dai lavoratori stranieri sull’ex pista aerea di Borgo Mezzanone.
Sono 4 i morti negli ultimi 18 mesi. Morti perché non sono riusciti a trovare una sistemazione più dignitosa e sicura di quattro pannelli di legno e cartone assemblati alla meno peggio.
È inaccettabile che sia accaduto, è insostenibile che possa accadere ancora.
Tutte le istituzioni, a partire dalla Regione Puglia che pure ne ha compiute di azioni positive per l’accoglienza dei lavoratori, devono sentirsi chiamate in causa e spronate a cercare e trovare soluzioni. Tutte le imprese che utilizzano quelle braccia sono chiamate ad avvalorare i diritti dei lavoratori con il rispetto dovuto alle persone e l’ossequio dovuto alle norme.
Il modello securitario, chiunque l’abbia proposto, si è dimostrato fallimentare. È tempo di trovare nuove forme di relazione tra mondi così diversi e innovative soluzioni a temi come il lavoro, la casa, l’assistenza sanitaria e legale da garantire a migliaia di donne e uomini.
Criminalizzare questo o quell’altro non ha senso e costrutto. Il tema è salvaguardare la vita di persone che abitano le nostre periferie più periferiche, che intercettano le nostre vite tenendosene ai margini per paura del peggio.