Riattivare il servizio di riabilitazione fisica ex articolo 26 è un obiettivo da perseguire con la giusta prudenza e da raggiungere con ragionevole celerità.
Lo invocano le famiglie degli assistiti nelle decine di centri ambulatoriali e di quelli che ricevono a domicilio l’indispensabile e qualificata assistenza.
Al momento, il servizio è ancora interrotto a causa della necessità di adeguarsi a stringenti protocolli di prevenzione del contagio da Covid-19 che impongono a chi esercita tale attività l’adozione di Dispositivi di Protezione Individuale molto simili a quelli impiegati negli ospedali. Ciò a tutela della salute degli assistiti e degli operatori.
Il protrarsi della sospensione peró, nega di fatto un servizio essenziale e una pur minima opportunità di socializzazione a chi soffre di patologie anche molto gravi; oltre a scaricare sulle famiglie un peso assistenziale enorme e non affrontabile nel modo più corretto. Si deve dunque giungere rapidamente ad un utile compromesso che contemperi tutti gli interessi in gioco.
Nelle pieghe dell’emergenza sanitaria si nascondono mille problemi specifici e altrettante istanze legittime che abbiamo il dovere di risolvere prestando ascolto a chi ha sofferto maggiormente.
