Ora dico la mia sull’annosa questione del ‘treno tram’ e lo farò senza risparmiare parole.
Perché la storia di questo progetto va nuovamente raccontata, perché le difficoltà reali vanno nuovamente rappresentate, perché le soluzioni operative vanno meglio precisate, perché la visione del futuro della città va più ampiamente condivisa.
In premessa sgomberiamo il campo da un equivoco: i collegamenti ferroviari Manfredonia-Foggia non esistono più da molti anni, fatta eccezione per le quattro corse balneari estive. Quindi, la stazione di Manfredonia Campagna e quella di Siponto non sono utilizzate da molti anni ormai. Non da ieri o da domani.
E proprio perché Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia hanno deciso questa dismissione l’Amministrazione comunale che ho avuto l’onore di presiedere propose la realizzazione di quel collegamento con la tecnologia del ‘treno tram’, ottenendo la decisiva condivisione della Regione Puglia e l’importante attenzione del Ministero dei Trasporti.
Ecco perché nel Patto per la Puglia sono appostati 50 milioni di euro. Fondi che interessano a RFI e Trenitalia anche se non hanno più alcuna intenzione di realizzare il ‘treno tram’.
L’Amministrazione comunale precedente si è attivata di concerto con la Regione Puglia per scongiurare lo scippo di queste risorse e garantire comunque un collegamento rapido ed ecologico tra Manfredonia e Foggia utilizzando il Bus Rapid Train.
Preservando la visione strategica delineata 15 anni fa con il Piano Urbano della Mobilità: liberare la città dal tronco ferroviario in disuso, eliminando la barriera che separa i manfredoniani dal mare, e programmare lo sviluppo del turismo fondandolo sulla valorizzazione del Parco archeologico e la realizzazione di servizi e infrastrutture innovative e sostenibili.
I dettagli di questa complessa vicenda ve li racconto nel video.