Il prossimo Consiglio regionale deve avere la volontà e la forza di animare una nuova stagione ‘costituzionale’ e proiettare la Regione Puglia nei 50 anni che verranno.
Oggi festeggiamo il primo mezzo secolo di vita dell’istituzione regionale, concepita dai costituenti come fondamentale per l’attuazione del governo decentrato e sussidiario.
A partire dal 1970, le comunità locali hanno progressivamente assunto maggiore protagonismo nella definizione delle politiche che più direttamente interessano le persone e i soggetti giuridici e che meglio possono essere modellate sulla base di specificità territoriali e istanze dal basso.
Aver progressivamente guadagnato maggiore autonomia ha determinato anche maggiori responsabilità da parte delle assemblee e dei governi regionali. Ciò vale ancor più a seguito del radicale cambiamento dell’identità istituzionale e delle funzioni amministrative delle Province. Di qui la proposta di avviare, il prossimo 22 settembre, una legislatura regionale di tipo costituzionale mettendo a frutto tutte le opportunità offerte dall’autonomia di cui la Regione gode.
È nostro dovere, io credo, sgomberare il campo dall’accusa di centralismo regionale e rimodellare la funzione legislativa e di governo in senso più partecipativo, così come l’organizzazione degli uffici regionali per ottenere semplificazioni tecnico-burocratiche e facilità d’accesso.
Oggi festeggiamo i primi 50 anni di storia della Regione Puglia, anche ricordando la storica figura di Nilde Iotti che presiedette alla prima seduta dell’Assemblea regionale, e iniziamo a costruire le fondamenta della Regione Puglia del III millennio.