Sono intollerabili e ingiustificabili le aggressioni subite dai componenti delle Forze dell’Ordine intervenuti a Foggia e San Severo per far rispettare le norme anti assembramento.
Evidentemente, ai giovani che hanno reagito con sassaiole, aggressioni fisiche e verbali è sfuggito che il richiamo al rispetto delle regole è nel loro interesse come nell’interesse dei loro cari, perché il contagio da Covid-19 è tutt’altro che debellato e ciascuno di noi può esserne vettore inconsapevole.
È bene, dunque, che questo tipo di servizio di controllo del territorio sia svolto impiegando uomini e mezzi adeguati anche al rischio che ci sia una reazione violenta da parte di chi sceglie di vivere la socialità fuori dalle regole.
Questi casi sporadici non devono indurre alla criminalizzazione di migliaia di ragazze e ragazzi che trascorrono le ore serali nelle strade e nelle piazze della città senza altro scopo che riappropriarsi della loro identità sociale. E tanto meno si deve puntare l’indice contro i gestori di bar, pub, enoteche quasi che fossero spacciatori di virus e istigatori di assembramenti.
Piuttosto ritengo più produttivo impegnarsi a trovare un modo per vivere diversamente la relazione tra i giovani e gli spazi urbani. Più rispettoso delle vite altrui – di chi abita e opera in prossimità dei luoghi di ritrovo – e del contesto urbano – piazze, giardini, strade.
Abbiamo l’opportunità, noi rappresentanti delle istituzioni, di promuovere dialogo e condivisione con i ragazzi, tra i quali ci sono i nostri figli, per incrementare il loro livello di consapevolezza e partecipazione.
Perché non basta gridare dai balconi virtuali e puntare gli indici mediatici. Occorre che tra adulti e ragazzi si ri-stabiliscano le regole del gioco, fondandolo sul rispetto reciproco.