Ne sono tanto convinto da aver proposto al ministro Provenzano, in una call conference svolta durante il lockdown, di valutare l’adozione di una fiscalità di vantaggio.
L’ipotesi avanzata da Peppe – ridurre del 30% la contribuzione previdenziale delle aziende dislocate nel Mezzogiorno – è coerente con quest’obiettivo.
L’emergenza Covid 19 ci ha mostrato la necessità, l’urgenza in alcuni casi, di riportare in Italia le produzioni strategiche.
E perché non al Sud dove, ad oggi, sono a rischio circa 380 mila posti di lavoro e dove è necessario realizzare politiche industriali fondate sulla ricollocazione di aziende migrate in altri Paesi.
Altra opportunità è lo sviluppo e la diffusione dell’impresa 4.0 supportata da una programmazione strategica su infrastrutture, istruzione, energia, digitale.
Serve, dunque, un piano di sviluppo a lungo termine che renda attuabile la volontà di crescita sostenibile e innovativa del nostro territorio, che offra a tante donne e tanti giovani un’alternativa all’emigrazione o al lavoro nero.
Defiscalizzazioni come quella ipotizzata da Provenzano certamente sosterrebbero questo processo virtuoso. A maggior ragione se attuate rapidamente come lo stesso Ministro ha proposto di fare utilizzando le risorse europee del Recovery Fund.
Fiscalità di vantaggio, agevolazioni orientate allo sviluppo, sostegno alla crescita dimensionale delle aziende: sono asset strategici da utilizzare per costruire il futuro del Mezzogiorno.
Questa è la buona strada che tutti aspettavamo. Percorriamola insieme.