Sostenere che il contagio da Covid-19 sia favorito dalle microonde del 5G è insensato. Cioè, non ha senso sulla base delle attuali conoscenze mediche e fisiche.
E non ha alcun senso, da parte di chi intravede rischi, invocare il principio precauzionale “nel dubbio, evitiamo”. Sempre che anche queste persone intendano procedere sulla strada dello sviluppo.
Proprio la pandemia ci ha insegnato almeno due cose: senza la scienza, il supporto e la guida della scienza, siamo nudi e indifesi di fronte alla natura e alla sua evoluzione; una connessione efficace ed efficiente tra persone e istituzioni è ormai indispensabile alle relazioni umane, che siano emotive o d’interesse.
In Puglia, lo ribadisco, abbiamo la fortuna che ci sia Luigi Lopalco, virologo ed epidemiologo, ad ispirare le scelte della Giunta regionale in materia di contrasto e prevenzione del contagio.
Una scelta, quella compiuta da Michele Emiliano, che va in direzione della ri-connessione tra politica e scienza, che sgombera il campo dalle credenze e dalle mistificazioni propagate attraverso i social network.
Altrettanto mi auguro facciano i sindaci e gli amministratori comunali oggi alle prese con le procedure di autorizzazione all’installazione delle apparecchiature e all’utilizzo delle radiofrequenze per il 5G. Oggi più che mai strategiche per la diffusione dello smart working e dell’apprendimento a distanza, attività indispensabili in tempi di quarantena.
Concordo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che appena qualche giorno fa ha indicato nella “connessione alla rete” un diritto di rango costituzionale, e mi auguro che proprio le comunità pugliesi e meridionali siano promotrici dell’affrancamento dalla diseguaglianza digitale che oggi limita persone, aziende e istituzioni del Sud.