Il raddoppio della linea ferroviaria Lesina-Termoli si deve fare. È da quest’opera che dipendende la connessione efficiente della Puglia alla rete alla dorsale Adriatica, quindi la mobilità di persone e merci oggi mortificata dalla strozzatura che si verifica al confine con il Molise.
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si faccia carico dell’obiettivo strategico fissato dal Governo di cui è parte, che ha inserito il raddoppio della Termoli-Lesina tra le opere prioritarie, anche in funzione della velocizzazione complessiva della Bologna-Lecce.
I rilievi avanzati dalla commissione tecnica ministeriale incaricata della Valutazione d’Impatto Ambientale devono essere superati con soluzioni tecniche capaci tanto di tutelare l’ecosistema in cui l’opera s’inserirà che l’interesse pubblico all’attuazione di un progetto di cui si discute da decenni.
A nessuno deve sfuggire, infatti, che sul tavolo non c’è un interesse privato, bensì l’obiettivo strategico di superare uno degli ostacoli che impediscono uno sviluppo coerente ed efficiente della dorsale ferroviaria adriatica, a cui sono connessi i porti e gli aeroporti che sono parte integrante dei Corridoi progettati per la connessione intermodale tra i Paesi dell’Unione Europea.
Quando si afferma la volontà di annullare il gap esistente tra Sud e Nord del Paese bisogna essere conseguenti e non frapporre continui ostacoli burocratici che mortificano l’intera comunità pugliese.