Una differenza c’è. Anzi, più d’una.
Il centrosinistra organizza le primarie per scegliere il candidato alla Presidenza della Regione Puglia.
Il centrodestra applica il peggior modello leaderistico e affida la spartizione delle candidature, dalle regioni alle città, ai conciliaboli romani e cencelliani di tre persone. Il M5S organizza le consultazioni farlocche su una piattaforma tra le più hackerate. Italia Viva coopta un sottosegretario in base alla sbiadita identità geografica e alla garanzia che non rischia il posto a Roma.
E così ci troviamo candidati: Fitto, una pedina sulla scacchiera del potere romano; Scalfarotto, al quale il capo ha ordinato di pestare i piedi a Michele Emiliano; Conca, perché i grillini lo hanno cacciato; Laricchia, perché ha fatto cacciare Conca per cercare la rielezione.
Il centrosinistra è impegnato a governare la Puglia e a tracciare il futuro dei pugliesi.
Loro, tutti gli altri, discutono solo di organigrammi. Altro che programmi, altro che ruolo dei territori.
Spartizioni old style e prassi da Prima Repubblica.
Michele Emiliano è l’unico voto per la Puglia.