Strutture per anziani. Vulnerabilità da analizzare seriamente. Servono operatori meglio formati e più numerosi. Doveroso ringraziare chi si prende cura delle persone fragili
Le strutture che ospitano anziani si sono dimostrate vulnerabili al contagio da Covid-19 e gli Operatori Socio Sanitari che ci lavorano stanno fronteggiando un’emergenza soverchiante rispetto alle loro competenze operative.
Sono due evidenze da affrontare nell’immediato, con misure di contenimento e intervento specifiche ed efficaci, e nel futuro, con una seria analisi delle complessità operative e gestionali di luoghi destinati alla cura di persone fragili.
Senza voler colpevolizzare nessuno, anche in ragione della quantità di casi in Puglia e in Italia, ora come ora appare evidente che si debbano approfonditamente esaminare e, nel caso, ripensare i protocolli assistenziali e il dimensionamento delle strutture già in previsione dell’avvio della ‘fase 2’ della strategia di superamento dell’emergenza sanitaria.
A partire dall’enorme peso che oggi grava quasi integralmente sugli Operatori Socio Sanitari, le cui funzioni oggi sono pienamente valutate e finalmente apprezzate anche da chi si è opposto all’organizzazione dei corsi di formazione e alle assunzioni nel servizio sanitario regionale.
Al contrario, l’emergenza provocata dalla pandemia dimostra che la cura delle persone anziane, e non solo, necessita di donne e uomini ancora meglio formati e di organici rafforzati.
Per intanto, avverto il dovere di ringraziare chi da settimane opera e, talvolta, vive all’interno delle strutture per anziani prendendosi cura delle persone fragili e convive quotidianamente con la paura del contagio.